Testimonianza di Simona
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A seguito dell’Incontro Nazionale di Roma del 14, 15 e 16 Ottobre, abbiamo chiesto, anche alle famiglie Cireneo, di scrivere le loro testimonianze raccontando, sulla base della loro personale esperienza, il senso profondo di questa scelta di servizio e di aiuto verso prossimo e il percorso che li ha portati a rivestire tale ruolo.
Nel “libro virtuale” dei “Racconti di Vita”, apriamo, dunque, un nuovo capitolo a loro dedicato: la testimonianza del Cireneo.
Testimonianza di Simona
Voglio condividere con voi la mia testimonianza dei 3 giorni trascorsi a Roma con la Fondazione "Il Cuore in una Goccia ", facendo io parte del suo terzo braccio, quello che sostiene le famiglie con la preghiera.
Mi sono catapultata in questa realtà per la fiducia che ripongo nel Signore, perché è evidente che, nella Fondazione, tutto è guidato e seguito dalla mano di Dio.
Inizialmente non capivo bene il mio compito, anche perché non ho mai avuto nessun tipo di problematica come quelle di cui si occupa il Cuore in una Goccia e nemmeno conoscevo bene gli argomenti trattati; ma pian piano il Signore mi ha guidato e istruito e, soprattutto, ha aperto il mio cuore alla condivisione del dolore e della croce.
La grazia di questi tre giorni vissuti insieme alle famiglie testimoni, mi ha fatto comprendere cosa significa essere Cireneo. Famiglie meravigliose, piene d'amore e di vita, famiglie che insegnano cosa vuol dire la parola Amore con la "A" maiuscola.
È facile amare un figlio perfetto, un figlio che si mostra al mondo come un trofeo, ma diventa assai difficile accettare e accogliere un bambino con malformazioni o con la consapevolezza di accompagnarlo nella vita sapendo che essa potrebbe durare anche solo poche ore.
Queste famiglie sono Venerabili! Venerabili perché devono sopportare la crudeltà del mondo che rifiuta ciò che non è perfetto, le cattiverie delle persone a loro vicine, che non comprendono ciò che stanno facendo e che addirittura li chiamano egoisti; ma soprattutto devono subire le parole della maggior parte dei medici che li definiscono "pazzi"e non trattano i loro figli come creature di Dio, ma come scarti che devono essere immediatamente eliminati.
Per Grazia del Signore c'è " l'angelo" (ecco come chiamano il Prof. Giuseppe Noia). Un angelo che li accoglie, che li ama e che si prende cura di loro trattandoli come figli.
Voglio ringraziare queste famiglie speciali che con il loro esempio ci insegnano il vero significato della parola " Amare".
Simona
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