A seguito dell’Incontro Nazionale di Roma del 14, 15 e 16 Ottobre, abbiamo chiesto, anche alle famiglie Cireneo, di scrivere le loro testimonianze raccontando, sulla base della loro personale esperienza, il senso profondo di questa scelta di servizio e di aiuto verso il prossimo e il percorso che li ha portati a rivestire tale ruolo.
Nel “libro virtuale” dei “Racconti di Vita”, apriamo, dunque, un nuovo capitolo a loro dedicato: la testimonianza del Cireneo.
Testimonianza di Daniela
Mi chiamo Daniela e sono qui a scrivere una testimonianza in merito ai giorni vissuti con la Fondazione “Il Cuore in una Goccia” in occasione del primo incontro annuale delle famiglie. Il timore è quello di scrivere troppo poco, di sminuire i giorni vissuti, piuttosto che quello di dire cose troppo personali o inadeguate all’occasione. E’ con questo spirito e con la fretta della quotidianità, (sono in ufficio con una lista di cose da fare che attendono lì, ormai da qualche giorno, e mi chiedono di sbrigarmi, sbrigarmi a provvedere), che mi accingo a raccontarvi qualcosa di quanto vissuto.
Io e Carlo, per una serie di bellissime Dioincidenze e grazie all’intercessione della Madonna di Medjugorje, ci siamo conosciuti nel 2010, ci siamo sposati nel 2011, abbiamo avuto il dono della nostra bimba nel 2012 e, tanto per non perdere tempo, il dono del nostro bimbo nel 2013. Quando ho conosciuto mio marito abitavamo a quasi mille Km di distanza, da un punto di vista lavorativo eravamo “sistemati”: io commercialista con uno studio vicino casa, lui informatore medico con lavoro dietro casa. Dopo pochi mesi che ci conoscevamo abbiamo capito che non potevamo tirarla troppo per le lunghe la nostra “conoscenza” a distanza, perché le infrastrutture che aimè collegano la Toscana alla Calabria non sono molto agevoli, e trascorrere intere giornate sull’autostrada A1 o negli aeroporti, non poteva che svilire il nostro Amore. Così, dopo pochi mesi, Carlo chiese il trasferimento di lavoro in Toscana, con la consapevolezza che sarebbe stato molto difficile ottenerlo, in quanto, di questi tempi, anche le aziende farmaceutiche “tagliano” il personale e pertanto, anche qualora si fosse liberato un posto in una remota zona della Toscana, questo sarebbe stato con molta probabilità coperto da chi già era già operativo su piazza. Insomma, per le famose Dioincidenze di cui sopra accennavo, nell’azienda di Carlo operante in tutta Italia, dopo anni in cui nessun posto si liberava, ci giunse notizia che era vacante una posto nella zona di casa mia!
Lui si trasferì e andammo a convivere (termine che da sempre avevo disdegnato e, ebbene sì, “condannato”) con i miei genitori (qui si accende la sirena dell’sos).
Accadde tutto molto velocemente, perché nella vita spesso molti anni passano in calma piatta, poi, d’improvviso, iniziano a susseguirsi tutta una serie di vicende e tu non puoi far altro che abbandonarti e farti portare… “Grazie Signore” erano e sono le parole che meglio possono rappresentare tutto questo e tutta la mia vita.
Ci siamo sposati pochi mesi dopo e, due gravidanze, dove tutto è “andato bene”, a distanza di poco tempo, hanno coronato il nostro Amore. Sono nati Francesca (4 anni e mezzo) e Lorenzo (3 anni), due bimbi vivacissimi e bellissimi.
Oggi siamo una famiglia “normale”: io che periodicamente ho bisogno di “resettarmi”, perché mi faccio prendere la mano dal mio IO e mi butto a capofitto nel lavoro con il rischio di trascurare Carlo e le creature che Dio mi ha affidato, e che ho sempre desiderato profondamente nel mio cuore. Carlo trascorre tante ore fuori casa, stiamo troppo poco tempo insieme e con i nostri bimbi. La preghiera? Sì, la domenica andiamo alla Messa. Durante il giorno alcune volte guardiamo il cielo e ringraziamo Dio. Purtroppo le parole che ricorrono frequentemente in famiglia sono “sbrigati”, “facciamo tardi”…
Questi giorni trascorsi al convegno-ritiro ci hanno dato la Gioia della Preghiera di Lode, quella che ti accende il cuore e ti fa sgorgare fiumi di lacrime, della condivisione con le famiglie. Ognuno con la propria croce, spesso con croci grandi: aver accettato figli malformati solo e soltanto per Amore, essere stato un grembo accogliente per quella creatura pensata da sempre da Dio, ma destinata dai medici solo e soltanto ai rifiuti speciali da incenerire. L’essere trattati da egoisti, quanto il medico non ha capito che il tuo dire NO all’aborto era per un bene maggiore, era per dire ancora una volta e nel dolore SI’ alla Vita, è purtroppo una incomprensione che senza Grazia e senza Sapienza non può trovare l’incontro.
L’aver vissuto in questi giorni i tanti SI’ a quell’Amore verso quel Dio che ci grida che l’Aborto non è la soluzione, che la cultura maledetta dello scarto non è la Via, ha suscitato in me una Gioia profonda che ha intimamente commosso il mio Cuore (intimamente… si fa per dire, perché tutti hanno visto i miei occhi gonfi di lacrime). Le testimonianze ascoltate in questi giorni sono la dimostrazione che la Via è anche la Croce, ma quanto è per me difficile comprendere, oggi, nella cultura del mondo in cui vivo, nel mio essere nel Mondo, questa Verità.
Dopo tutte le testimonianze ascoltate da tante famiglie morse dal serpente, mi sono resa conto che l’aver accettato la croce, oggi le ha rese Risorte: libere, pulite, serene, in pace.
Quella pace che non c’è là dove tutto è lecito, dove tutto è concesso, dove ci si trastulla nei nostri egoismi, senza mai tener conto dei diritti dei più deboli, degli ultimi tra gli ultimi.
Là non c’è Amore.
Ringrazio tutte le persone che ci hanno accolto, in particolare il Prof. Noia e la Sig.ra Anna Luisa, nei confronti dei quali, insieme a mio marito, nutriamo una infinita stima ed un profondo affetto.
Daniela
Racconti di Vita
a cura di Anna Luisa La Teano
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