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Tre giorni di gioia e di amore

Tre giorni di gioia e di amore

Tre giorni di gioia e di amore

 

Si è concluso domenica 16 Ottobre l’Incontro Nazionale della Fondazione il Cuore in una Goccia. Tre giorni speciali, come speciali sono stati gli episodi che li hanno caratterizzati.

Ma iniziamo dai protagonisti assoluti: le famiglie, anzi, le “super famiglie” del Cuore in una Goccia che,  con i loro meravigliosi bimbi al seguito,  e superando non poche difficoltà, si  sono messe in cammino da ogni parte d’Italia, per partecipare a quello che è partito come un incontro formale (con tanto di programma puntualmente non rispettato!) per diventare festa: quella delle famiglie che si sono potute rivedere o conoscere; quella dei bambini che, con le loro passeggiate/gattonate libere per la sala e qualche urletto al momento giusto,  hanno riempito di gioia e allegria ogni minuto insieme; quella di chi, con grande piacere e stupore per ciò che ha visto con i propri occhi e sentito con il proprio cuore, ha conosciuto per la prima volta la Fondazione; e, infine, non meno importante, quella dei fondatori che, come “genitori” orgogliosi, oggi se ne vanno in giro, fieri, raccontando a tutti della “bellezza” dei loro “figli”.

Questa partecipazione delle famiglie, così sentita e voluta, è stata la manifestazione tangibile dell’affetto che le lega al Cuore in una Goccia; una famiglia più grande che ha chiamato a raccolta i suoi membri per festeggiare insieme l’amore che li unisce.

Un passaggio centrale dell’evento è stato, nella giornata di sabato, l’esposizione di una reliquia di San Pio da Pietralcina, per tutti Padre Pio, donata alla Fondazione da Don Paolo Morocutti. Un momento che ha toccato l’anima dei partecipanti che sono stati coinvolti in una piccola ma sentita cerimonia, durante la quale, in processione, si sono presentati dinanzi alla reliquia lasciando, ai suoi piedi, insieme ad un lume, le loro preghiere e i loro dolori e ritirando, nell’andare via, un bigliettino con su scritto un versetto tratto della Bibbia; un gesto simbolico che voleva rappresentare una sorta di indicazione o di risposta alle loro preghiere e che è stato molto apprezzato;   

La presenza di Padre Pio, in questa giornata, è stata perfetta per guidare quell’onda di emozioni che si è venuta a creare nelle ore successive; infatti, quella di sabato è stata anche la giornata dedicata alle testimonianze che, come accade ogni volta che vengono presentate, hanno totalmente rapito il cuore di tutti. Tanti racconti in un vortice di sentimenti, tanti spunti di riflessione per chi ha ascoltato, tanto coraggio e serenità nel compiere questo “servizio al prossimo”da parte delle famiglie che si sono messe, come sempre, a disposizione.

Sempre nell’ambito della testimonianza, una novità è stata l’introduzione, in veste di testimone, delle famiglie Cireneo, il cui ruolo è stato esplicitato e discusso in tutte le sue sfaccettature, per far comprendere che, quella del cireneo, è una figura ben più complessa di ciò che si può pensare,  sia per l’opera che è “chiamato” a fare (perché, come è stato sottolineato in una testimonianza, “cireneo non ci si improvvisa”), sia  perché l’aiuto del cireneo può assumere mille vesti, sia per la difficoltà di far comprendere questo importante compito. In questo senso, la testimonianza diretta dei cirenei,  che hanno raccontato anche il percorso personale che li ha portati verso questo ruolo, è stata fortemente esplicativa.donPaolo2

Alla fine della giornata, durante la celebrazione della messa, Don Paolo, seguendo l’ispirazione del momento,  ha messo per un attimo da parte la liturgia, per dar spazio a un pensiero rivolto  alle famiglie che aveva di fronte, alle quali ha voluto evidenziare come  Dio sia il primo a comprendere le loro sofferenze, perché Lui per primo ha donato suo figlio.

A chiusura di questo breve riassunto del nostro Incontro, non possiamo esimerci dal raccontare anche qualche momento di svago; in primis quello che ha visto, nella sera di sabato, il Professore Noia, chitarra alla mano, in veste di intrattenitore, suonare e cantare  insieme alle famiglie fino a tarda sera; in realtà, ogni ora trascorsa insieme è stata di condivisione e convivialità, dal buongiorno del mattino alle chiacchiere della cena.

Quelli ricordati, sono solo alcuni dei momenti che hanno segnato queste giornate ma ci sono tanti altri piccoli episodi che ognuno ha vissuto e sentito in modo del tutto personale: abbracci, parole, sguardi, pensieri, conoscenze che ci siamo portati a casa e che sono il dono di questo incontro.

Pensare e realizzare questo tipo di evento non è facile, né per chi organizza, né per chi partecipa, ma il risultato lascia frutti così preziosi che ogni sforzo viene ampiamente ricompensato e, nell’attesa del prossimo incontro, rimane il pensiero dolce delle vite salvate di quei bimbi che abbiamo visto scorrazzare su e giù e, anche, di quelli che, nel loro cammino verso il cielo, hanno potuto godere dell’amore dei genitori che li ha accompagnati.

 

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