Fattori di rischio in gravidanza: il fumo
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I danni causati dal fumo sono ormai ben conosciuti, anche grazie alla sistematicità con cui le campagne di sensibilizzazione sull'argomento vengono riproposte; ma quando si parla di donne in gravidanza e dell'impatto del fumo sul feto, ancora non sembra, almeno osservando i comportamenti spesso diffusi, che sia veramente chiaro quanto pesante possa essere il danno su un essere ancora così indifeso.
Ma iniziamo dalle conseguenze per la gestante.
Il fumo aumenta il rischio di infertilità e gravidanza extrauterina, può causare aborto spontaneo, placenta previa e distacco di placenta; se una donna incinta fuma più di 20 sigarette al giorno, il rischio di un distacco della placenta, con conseguente morte del feto, è doppio rispetto a quello che corrono le madri non fumatrici.
Nel nascituro, il fumo è responsabile di basso peso alla nascita, prematurità (un bambino su sette di una madre fumatrice nasce prematuro), mortalità perinatale, sindrome della morte improvvisa neonatale oltre che iposviluppo fetale, danni a lungo termine neurologici, cardiologici, metabolici (obesità e diabete di tipo 2) e malformazioni. In relazione a quest’ultime, c’è da dire che il feto è più sensibile dell’adulto ai danni del fumo essendo i suoi organi ancora in via di sviluppo. Il fumo passivo può quindi dar luogo a malformazioni. Ad esempio, il rischio di labbro leporino raddoppia con un consumo di sigarette da una a dieci al giorno da parte della gestante.
Per quanto riguarda i problemi della crescita, va evidenziato come la nicotina riduca il flusso sanguigno nella placenta; ciò significa che i tessuti del feto vengono irrorati di meno con conseguente ritardo nella crescita e scarso aumento di peso (da 1 a 5 sigarette al giorno il peso può essere inferiore rispetto al normale di 150 grammi, con più di 20 sigarette al giorno si può arrivare a 350 grammi).
Il fumo incide anche negativamente sullo sviluppo polmonare dei feti causando una diminuzione di funzionalità dei polmoni che può permanere anche dopo la nascita, inoltre, i bambini esposti al fumo soffrono più frequentemente di disturbi cronici alle vie respiratorie come asma e allergie.
Infine, va menzionato anche il danno cellulare, in quanto nel corpo del bambino arrivano le sostanze cancerogene tipiche del tabacco che possono danneggiare il suo patrimonio genetico.
Dal quadro descritto ne consegue la necessità di sensibilizzare e informare, con un ulteriore sforzo, le donne in gravidanza e anche chiunque si trovi in presenza di una futura mamma, sull’enorme danno che, questa malsana abitudine causa al nascituro, la cui salute dipende in toto da consapevolezza dei rischi e senso di responsabilità.
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