Le ultime sette parole di Gesù: Preghiera e Carità
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LE ULTIME SETTE PAROLE DI GESU'
Nella Settimana Santa possiamo condividere il proposito di accogliere più profondamente nel nostro cuore le “ultime 7 parole” che Gesù ci ha voluto donare sulla Croce, meditandone una al giorno.
San Pio da Pietralcina, che ha vissuto in modo mirabile l’amore e la configurazione al Crocifisso, ci accompagna in queste riflessioni con alcune indicazioni per la vita spirituale tratte dall’Epistolario.
Giovedì
5. “Ho sete”
(PREGHIERA E CARITA’)
Gesù, la nostra anima ha sete di Te e Tu hai sete del nostro amore. Ci chiedi come alla samaritana “dammi da bere”. Ce lo chiedi personalmente nell’intimo dei nostri cuori e ce lo chiedi per bocca di tanti fratelli. E che cosa daremo noi da bere loro se non la Tua Acqua viva, Gesù? Ti ringraziamo per tutte le fonti zampillanti di Te che ci hai lasciato sulla terra. In mezzo ai nostri deserti dell’egoismo, della superbia, dell’indifferenza, della tiepidezza…dacci oggi di scoprire il pozzo senza fondo del Tuo Amore, della Tua Parola, della santa Eucarestia, di tutti i sacramenti , della Tua dimora dentro di noi e in mezzo a noi, della Tua presenza nel povero e nel sofferente.
Dacci di attingere al Tuo Cuore con il secchio della preghiera incessante per distribuire a tutti con il secchio della carità. Per portare Dio a tanti cuori e tanti Cuori a Dio. Da oggi la nostra vita sia tutta un riempirci (di Te) e uno svuotarci (per i fratelli). Fai che non ci sentiamo mai sazi e che non ci spaventiamo delle nostre aridità. Perché è quello il momento in cui Tu potrai trasformare il nostro secchio in calice, la nostra acqua nel vino migliore.
Madre, quando il nostro secchio si rovescia e il nostro calice sembra esaurirsi, ricorda a Gesù: “non hanno più vino”.
San Pio scriveva: “L’aridità di spirito in cui siete immersa e smarrita è una prova dolorosissima, ma amabilisisma pel frutto che ne viene allo spirito. Essa è ordinata da Dio ad estinguere in voi quella accidentalità di devozione che non santifica l’anima, ma sibbene potrebbe essere e riuscirle dannosa. Essa è ordinata da Dio per far acquistare all’anima la vera devozione, che consiste in una pronta volontà di ciò che si appartiene al servizio di Dio, senza alcuna soddisfazione. Breve, operare il bene in quanto è bene in sé ed in quanto dà gloria a Dio” (…) “Come è possibile che la sorgente dell’acqua viva emanante dal Cuore divino stia lontana da un’anima che vi corre come cervo sitibondo? (…) L’insaziabile sete che vi divora nasce dal perché non è arrivata l’anima ancora al termine della sua corsa, non è totalmente immersa nell’eterna fontana. Il che non potrà succedere nello stato di viatori” (…) il desiderio di amare è già amore (…) dunque state tranquille sull’esistenza della divina carità nei vostri cuori. E se questa brama non è saziata, se a voi sembra di desiderare sempre senza giungere a possedere l’amore perfetto, tutto questo significa che voi non dovete dire mai basta, vuol dire che non possiamo né dobbiamo fermarci nella via del divino amore e della santa perfezione (…) come sarà possibile che un’anima , la quale s’è consacrata al celeste Amore , cerca col divino aiuto di piacergli, desidera e brama sempre più le acque purissime di questa divina carità, come è possibile dico che possa un giorno uscire da questo mondo arida ? (…) Dite a Gesù: - Vuoi maggiore amore da noi? Io non ne ho più. Dammene ancora e te lo offrirò ! – non dubitare, Gesù accetterà l’offerta –" .
Francesca Giordano