Malattie infettive in gravidanza. La Toxoplasmosi
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La toxoplasmosi è una malattia parassitaria, causata da un microrganismo chiamato Toxoplasma gondii, diffusa tra gli animali a sangue caldo, compreso l’uomo.
Nella maggior parte dei casi, non ci si accorge nemmeno di averla avuta in quanto si manifesta con sintomi lievi e generici come: stanchezza, mal di testa, mal di gola, sensazione di “ossa rotte”. Diventa, invece, molto pericolosa, se contratta durante la gravidanza, potendo, l’infezione, oltrepassare la placenta e arrivare al feto.
Se si contrae la toxoplasmosi durante la gravidanza, non è detto che il feto si infetti. Se però tale evenienza si verifica, l’entità dei danni dipende da quanto precocemente avviene il contagio.
All’inizio della gravidanza è difficile che il toxoplasma arrivi al feto, perchè la placenta offre una buona protezione ma, se ciò accade, i rischi riguardano la possibilità di:
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Aborto spontaneo
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Malformazioni
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Danni al sistema nervoso centrale con ritardo mentale o epilessia
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Lesioni agli occhi che possono portare cecità.
Dopo il primo trimestre di gravidanza, la trasmissione della malattia attraverso la placenta, si fa più frequente ma si riduce la gravità dei danni da essa provocati.
Di seguito riportiamo alcuni dati relativi alla toxoplasmosi:
Rischio di trasmissione materno-fetale (dati statistici)
5-15% nel primo trimestre
20-40% nel secondo trimestre
50-60% nel terzo trimestre
Rischio di malattia severa del feto (aborto spontaneo nel Iᵒ trimestre e lesioni celebrali e oculari nel IIᵒ e IIIᵒ trimestre) è maggiore in assenza di terapia (da effettuare prima possibile).
Solo il 5-10% dei neonati con infezione congenita presenta malattia severa, mentre la maggior parte è asintomatica, pur potendo sviluppare anche a distanza di anni danni oculari.
Gli esami da eseguire
Per sapere se si è immuni dall’infezione, si ricorre al toxo-test, ovvero un semplice esame del sangue che rileva la presenza di anticorpi contro la toxoplasmosi. Il test si pùò eseguire prima del concepimento o con gli esami indicati nel corso prima visita della gravidanza. Se dal test risulta che non si è immuni, bisognerà ripeterlo, poi, ogni mese.
Gli esami da effettuare sono le IgG, IgM e IgA. In casi di positività delle IgM bisogna effettuare le IgG Avidity: se il tasso dell’avidity è basso esso indica un’infezione recente e quindi rischio per il feto; se invece la percentuale delle IgG Avidity è alta esso indica un’infezione non recente e quindi il feto non è a rischio.
Nel caso in cui si contragga l’infezione durante la gravidanza, per sapere se il toxoplasma ha infettato il bambino, si può scegliere di eseguire l’amniocentesi che rileva l’eventuale presenza del microrganismo nel liquido amniotico. Tale procedura deve essere fatta dopo almeno 6 settimane dall’avvenuta e precisata infezione.
Terapia
Nell’ipotesi di contagio da toxoplasmosi in gravidanza, la mamma viene sottoposta a terapia antibiotica (in attesa di altri esami bisogna assumere Spiramicina (Rovamicina) 3.000.000 di U.I. 4 volte al giorno più acido folico quotidiano) che permette di ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione al feto o, nel caso la trasmissione ci sia già stata, riduce il rischio di gravi conseguenze. Se la diagnosi viene fatta precocemente, ci sono, quindi, ottime possibilità che il bambino non subisca danni o che siano modesti.
Con gli attuali trattamenti, il 90% dei bambini che contraggono l’infezione in utero nasce senza sintomi evidenti.
Come evitare la toxoplasmosi
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Lavare con cura la verdura, se la si vuole mangiare cruda, eliminando tutti i residui di terriccio, eventualmente, utilizzando bicarbonato o soluzioni disinfettanti. Se la verdura viene cotta non ci sono problemi perché la cottura distrugge il germe.
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Per la frutta, occorre adottare le stesse regole viste per la verdura, qualora si tratti di frutti a contatto con la terra, come le fragole.
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La carne deve essere consumata sempre cotta. Evitare bistecche al sangue o carpaccio ed evitare di assaggiare la carne cruda o semicruda mentre si cucina.
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Evitare il latte crudo o sottoporlo a bollitura prima del consumo.
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Per i salumi, sono consentiti solo quelli cotti come prosciutto cotto e mortadella.
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Se si maneggiano carni o verdure crude, lavare le mani con acqua e sapone.
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Nel compiere attività di giardinaggio, mettersi i guanti e lavare bene le mani dopo i lavori, per evitare il contatto con il terreno che potrebbe essere contaminato da feci di animali infetti
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Proteggere i cibi da mosche e altri insetti.
Il gatto viene solitamente indicato come uno dei principali responsabili della trasmissione dell’infezione, in realtà, se il gatto è domestico e vive sempre in casa, è difficile che possa contrarre e poi trasmettere la toxoplasmosi all’uomo. In ogni caso, essendo il contagio legato alle feci, e quindi alla lettiera, è opportuno delegare le operazioni di pulizia della stessa ad altri membri della famiglia o utilizzare guanti e lavare sempre le mani al termine della pulizia.
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