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Al Policlinico Gemelli nasce l’Hospice Perinatale, un luogo di cura, scienza e umanità

Al Policlinico Gemelli nasce l’Hospice Perinatale, un luogo di cura, scienza e umanità

Presentati oggi i primi risultati degli approcci terapeutici sul feto anche nelle condizioni patologiche più gravi in occasione del convegno “Custodire la vita”. Un “hospice perinatale” al Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma come risposta assistenziale, etica e scientifica alla diagnosi prenatale basata sulla medicina fetale e sulle cure palliative prenatali e l’accompagnamento del feto come paziente, anche nelle condizioni patologiche più estreme. La nuova struttura, denominata Hospice Perinatale – Centro per le Cure Palliative Prenatali e diretta dal Prof. Giuseppe Noia, nasce all’interno del Polo Salute della Donna e del Bambino del Policlinico Universitario A. Gemelli e in essa opererà il personale medico del servizio di Day Hospital e dell’Hospice Perinatale.

Questa esperienza, unica a livello nazionale per la sua complessità e multidisciplinarietà, che sviluppa e completa l’opera assistenziale effettuata dal Centro di Diagnosi prenatale negli ultimi 30 anni e che ha permesso di assistere con approcci multipli e integrati è stata al centro del convegno “Custodire la vita” che si è tenuto oggi nell’Aula Brasca del Policlinico Gemelli, promosso dal Centro di Ateneo per la Vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal Polo Salute della donna e del bambino del Policlinico Gemelli, dalla Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Fondazione “Il Cuore in una Goccia” Onlus, nel quale sono stati presentati i risultati della lunga esperienza di terapia e palliazione.

Prima di dare inizio ai lavori  Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore,  ha letto il Messaggio che Papa Francesco ha voluto indirizzare ai partecipanti del Convegno, proseguendo poi con l’intervento intitolato “La custodia della vita e la misericordia di Dio”.

“L'inaugurazione dell’Hospice Perinatale - ha esordito il Dott. Giovanni Raimondi, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli - giunge al termine di un lavoro più che decennale e non aggiunge solo una parte al lavoro dell'ospedale: è una struttura paradigmatica che dimostra come nel momento della maggiore fragilità possiamo prenderci cura del prossimo ed  è espressione della compassione per l'altro‎. Nell’Hospice si previene la sofferenza, si combatte, si lenisce, ma soprattutto si accompagna, perché la dignità della persona sia sempre preservata".

"Anche da parte mia - ha dichiarato l’Ing. Enrico Zampedri, Direttore Generale della Fondazione – un benvenuto e una espressione di soddisfazione per l'evoluzione di questa struttura. Questo è davvero un esempio dell'attività del Policlinico che pone sempre al centro il paziente con i suoi bisogni di cura e per farlo servono persone come quelle che operano nel Polo diretto dal Prof. Scambia e nella nuova struttura diretta dal Prof. Noia"

Quindi, l’intervento di saluto del Prof. Giovanni Scambia, Direttore del Polo Salute della Donna e del bambino del Policlinico Gemelli che ha espresso "un sentito ringraziamento al Prof. Noia per tutto quello che ha fatto in questi anni nel campo della Medicina fetale. Il nostro Polo è particolarmente vicino a questi temi e oggi stiamo vivendo l'inizio di un percorso di particolare attenzione che dovrà manifestarsi come testimonianza dentro e fuori il nostro Policlinico. ‎Questa iniziativa dovrà diventare patrimonio di tutta la nostra Università, per tutti i nostri studenti e per i pazienti che accogliamo".

“La terapia fetale - ha dichiarato quindi il Prof. Giuseppe Noia, Direttore della UOC Hospice Perinatale del Gemelli nella sua relazione -  nasce con l’avvento della medicina fetale circa quaranta anni fa. In tutto il mondo le tecniche ultrasonografiche sono diventate elemento basilare per guidare approcci invasivi verso un compartimento fetale e apportare una serie di atti diagnostici e terapeutici finalizzati a trattare il feto come un paziente a tutti gli effetti. I successi già ottenuti nel Centro di Diagnosi e Terapia Fetale del Policlinico Gemelli, attuando la cosiddetta terapia fetale integrata, dimostrano che anche in gravi patologie feto-neonatali, ci sono possibilità di intervento per ridonare capacità gestazionale a tutte quelle famiglie gravate da una diagnosi infausta”.

“L’Hospice Perinatale  - ha proseguito il Prof. Noia - ha un impatto culturale fra due modi di pensiero antropologicamente opposti: il primo vive dell’illusione che eliminando il sofferente si possa eliminare la sofferenza, il secondo invece nel rispetto più totale della preziosità della vita umana, senza guardare alle dimensioni dell’essere umano ma solamente al suo valore, cerca di prevenire le malattie, cerca di curarle, cerca di limitare i danni fisici e psicologici del malato e delle famiglie, cerca di lenire la sofferenza fisica e psicologica, forte dell’assunzione di tre metodologie per affrontare la sofferenza umana: prevenire, curare, lenire il dolore.

Ma tutto questo esprime il concetto della solidarietà umana, della medicina condivisa, e si traduce in un'unica espressione: I care (mi predo cura di te). Il quadro generale ha segnato quindi un passaggio che nella medicina fetale è diventato una eccellenza etica della nostra istituzione: l’Hospice Perinatale non è un luogo ma è un modo di curare il feto e il neonato. Anche nelle condizioni patologiche più estreme si può dare speranza di prevenzione, cura e sollievo del dolore accompagnando non solo il feto con tutto l’approccio scientifico e clinico ma anche le famiglie. E’ questo il vero fondamento della medicina della speranza”.

 

Intervento di S.E. Mons. Claudio Giuliodori

 

 

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